| Il monte Hakurei è sempre stato un mistero, per tutti. Sembrava l’unico posto al mondo in cui la pace regnasse veramente, l’unico posto che realmente teneva lontani i demoni. Sembrava una dimensione a sé…appunto questo sembrava.
Apparentemente l’unica cosa che disturbava la quiete di quel luogo era la leggera brezza della sera, ma non è nei momenti più tranquilli che qualcosa di inaspettato si verifica? Non è che prima dell’attacco più impetuoso da parte del nemico regna una calma inusuale sul campo di battaglia? Non è che durante un apparente notte tranquilla, con la luna piena ad illuminarla, che potrebbe accadere qualcosa di inaspettato?
Solo una leggera brezza scuoteva gli alberi di quel luogo sacro, solo una luna piena lo illuminava, solo qualche fruscio di foglie osava farsi sentire, solo un essere che dovrebbe essere già morto da tempo può solo pensare di poterne riportare in vita un altro. Sì, perché solo chi sarebbe tornato avrebbe potuto dare ciò che serviva. Solo questo rimaneva da fare a quell’animo che non aveva trovato pace dopo tutti quegli anni che donava a quel luogo la stessa cosa che lui cercava.
Quell’animo senza pace, quello stesso animo che aveva promesso di portare a termine ciò che si era prefissato, stava per compiere la sua ultima azione. Lo spirito del sommo Hakunin Shoni avrebbe finalmente trovato la pace che cercava. Le ultime energie furono concentrate per quell’unico scopo che da decenni attendeva di essere compiuto.
Una forte luce bianca si propagò dal rosario che le ossa, ricoperte ancora da pelle mummificata, delle mani tenevano saldo. La luce, propagatasi in ogni direzione subito si concentro sulla sommità del monte in un unico, conico, fascio. Poco dopo quello stesso fascio che puntava al cielo raggiunse le profondità più nere della terra. Due varchi neri si aprirono simmetricamente, uno sopra il monte ed uno sotto. Entrambi avevano la forma di buchi neri. Quella luce tentava di propagarsi al loro interno, ma veniva continuamente assorbita.
Improvvisamente la terra fu scossa da un tremito ed un fulmine a ciel sereno squarcio i cieli. Il monte Hakurei venne pezzo per pezzo distrutto e la maggior parte di essi attirati all’interno dei due buchi neri. La luce cominciò a pulsare prima di splendere per l’ultima volta in tutto il suo bagliore per poi scomparire insieme alle ceneri della mummia di Hakunin Shoni. Qualche attimo dopo tutto era tornato calmo, del monte erano rimaste un ammasso di macerie poco più alto di una collinetta. Sembrava che quel clamore avesse disturbato solamente la fauna dei dintorni e che l’avesse fatta scappare. Ancora, sembrava non vi fosse alcun segno di vita, ma, improvvisamente, dalle macerie si udì un respiro avido d’aria, di un essere che non respira l’aria pura da secoli e questo respiro era seguitato da un battito del cuore frenetico. Quell’essere aveva ancora gli occhi chiusi.
Una leggera pioggia iniziò a scendere infastidendo quell’essere che, finalmente, decise di aprire gli occhi e due pupille ambrate rividero, dopo circa due secoli, la pioggia.
|